The Veils @ Off Modena

È un parolone chiamare questa che segue “Recensione”, “Live Review”: ecco perché ho deciso di riferirmi a questa band in maniera completamente differente dal solito, ovvero come se stessi parlando a un ragazzo che amo.
Ho scritto una lettera d’amore, dato che questi Veils hanno fatto una cosa bellissima l’11 aprile scorso all’Off di Modena: mi hanno fatto emozionare. Tipo come quando muore Izzie in Grey’s Anatomy; o come quando Joey di “Friends” crede di saper ballare e mostra le sue doti a Phoebe e a Chandler; o quando ho incontrato Dave Rowntree a Bologna; oppure quando MI ABBRACCIO la transenna a Hyde Park perché “ma zio boia, questi sono i Blur e zio can di un porco zio maledetto che cazzo devo fare?” (non era lo zio, era proprio la divinità).
Tutto il delirio da “rincitrullulita” l’ho scritta su RADIONATION, quindi: buona lettura.

veils2

QUI c’è anche la mia chiacchierata via mail col frontman della band.

The Veils @ Hana-Bi

Non c’è pezza: quando mi capita di descrivere e di parlare di un “qualcosa” di particolare (chiamarlo “concerto” mi sembra troppo poco; chiamarla “emozione” mi sembra troppo banale) le parole non mi vengono fuori come vorrei.
In questo post vorrei tanto parlarvi con maggior sicurezza del concerto dei Veils all’Hana-Bi di Marina di Ravenna dello scorso 20 giugno, ma non ho la minima idea di cosa ne verrà fuori: si parte, insomma, con la scrittura di getto, ovvero il famoso “come viene, viene”.

veils

Da anni seguo una regola ferrea per quanto riguarda la maggior parte delle band che ascolto \ che scopro: andare a vederle, prima o poi, in concerto, dato che proprio in quell’occasione si capisce quanto siano valide o meno.
I Veils entrano nel giro di questi gruppi, dato che li ho sempre stimati per il loro songwriting ma non amati fino in fondo poiché il loro genere poetico-malinconico viene ripetuto fino alla nausea da altre mille band dello stesso genere.
E vedere live la band di Finn Andrews, almeno per quanto mi riguarda, mi ha fatto cambiare idea.
Questa band neozelandese ha la capacità di coinvolgere dal punto di vista emotivo, dato che le loro canzoni sono delle vere e proprie sensazioni in cui la maggior parte del pubblico si rispecchia: non è per niente semplice descrivere questa sinestesia di affetti creata dagli artisti sul palco.
Finn Andrews si sfoga con la voce e con varie schitarrate nel corso del live, mentre un Raife Burchell spietato si libera sulla sua batteria: questi sono i due componenti decisamente più “teatrali” e in grado di elevare, grazie a una componente più corporea, la musica della band.
Ovviamente anche il resto della line-up dei Veils non è da tenere da parte, dato che l’arrangiamento è perfetto e la presenza di un sax e di una tromba riempiono le sonorità del gruppo.
Quello che domina, insomma, è un vero e proprio vortice di stati d’animo che diventa sempre più suggestivo e coinvolgente nel corso del live e, nel caso di questa band in particolare, la cornice dell’Hana-Bi (il mare a due passi, le sdraio su cui collassare, la brezza leggera e piacevole) viene totalmente messa da parte: questa sera vincono le emozioni.