Je pense, donc je suis.

Un album di cui voglio parlare un po’, cosa che non feci a marzo, è qello di una band giovanissima di Belfast, ovvero “Buildings” dei General Fiasco.
Una band giovanissima, si sente tanto dalla voce, e di Belfast che genere può fare?
Il solito, e questo “Buildings” è il loro album d’esordio.
I General Fiasco si formano nel 2007 e a soli 18 anni seguono in tour band dello stesso loro genere come Pigeon Detectives, Wombats e quelle grandissime schifezze chiamate Enemy.
Torniamo a questa band di Belfast che su LastFm viene comparata a Two doors cinema club, Courteeners e, quelle altre schifezze, degli Scouting for Girls: dei Courteeners, a parte qualche sound più Indie alla “St. Jude”, questi General Fiasco non hanno niente a che fare; con i Two doors cinema Club qualcosa in comune, legato al sound, c’è; con gli Scouting for Girls non c’è proprio niente, a parte quando la band di Belfast riprende, in alcune tracce, il genere Pop. In conclusione: mai fidarsi dei paragoni tra una band e l’altra di LastFm; mai fidarsi di LastFm se non per i consigli.
Nell’album ci sono molti riferimenti legati a ben altre band: a tratti, alcune sonorità, mi ricordano tanto We Are Scientists e Wombats.
L’album “Buildings” è un buon album d’esordio, molto semplice e orecchiabile: è un album che passa velocemente, mai monotono e marcato da canzoni più “riflessive” e profonde, “Buildings” su tutte, mescolate ad altre più energetiche e determinate dalla spensieratezza tipica delle band del genere, più o meno.
I testi delle dieci canzoni che compongono l’album si riferiscono agli amici, serate, il ballare e le solite cose: non si può pretendere troppa poesia nei testi di certe band, ma alla fine va bene così.
Le tematiche saranno le stesse, ma in “Buildings” si riescono comunque ad individuare differenti stati d’animo e sensazioni, e proprio questa “differenza” non crea ripetitività.

Tracklist

1. We Are The Foolish
2. Ever So Shy
3. Please Take Your Time
4. Buildings
5. I’m Not Made Of Eyes
6. Sinking Ships
7. Rebel Get By
8. Talk To My Friends
9. Dancing With Girls
10. First Impressions

L’album numero due di cui avrei dovuto parlare, ma non lo farò, è “Kaleide” degli Sky Larkin. Non ne voglio parlare poiché mi ha lasciata piuttosto indifferente e quindi vorrei evitare di scriverci su.
Per oggi mi limito ai General Fiasco che spero, come per altre troppe band del genere, di vedere presto live per giudicare meglio.

E aggiungo una cosa: non vedo l’ora di laurearmi e di prendere quella dannata certificazione (IELTS o TOEFL).

Last vacation was the same…

Respiro e vado avanti-indietro in continuazione: solo alla sera e alla notte mi fermo e ascolto musica, ma niente di nuovo poiché manco di concentrazione.
Avrò una quindicina, come minimo eh, di album da ascoltare: ciò che manca, oltre alla concentrazione, è il tempo.
Non ho tempo e ho un mal di testa incredibile da giorni che non se ne vuole andare.
Ascolto in continuazione i soliti 4\5 gruppi, e non mi dispiace ma vorrei scrivere di gruppi nuovi, ancora: Blur, Foals, Franz Ferdinand, Courteeners e Interpol. Pure di notte passano sempre loro.
Nessuna novità, solo tanti album messi da parte che con molta calma verranno ascoltati.
Ok ho ascoltato l’album nuovo dei Mystery Jets, ma non ricordo nè titolo nè quello che c’è dentro, sì la musica.
Passerà anche questa, spero.

Li amo. Li voglio vedere. Sono dei pezzenti:

Tanti auguri a me, nonostante questo sia stato il peggior compleanno mai passato: prima in macchina con la musica a un volume piuttosto alto, per cercare di sfogarmi, e poi davanti al piccì ad ascoltare musica, a un volume più basso. Meno male che c’è la Musica, meno male.

E continuando il titolo…

…We got moved away

Avete presente Chris Martin…

Avete presente Chris Martin, cantante dei Coldplay, nella prima parte del video di Fix You?
No?
Ecco qui:

Dalle 17 di questo pomeriggio, mentre guidavo come una pazza per arrivare al policlinico di Modena il prima possibile, fino a mezzoretta fa mi sono sentita molto come Chris Martin in quel video.
In un certo senso, in queste ore, mi sentivo vuota e non sapevo dove andare, Chris Martin forse sì, comunque sia sentivo addosso un certo peso, che ancora c’è e persisterà per alcune ore-giorni-mesi, non lo so per quanto ma per un po’ è scontato.
Mi sono sentita come Chris Martin perché sentivo, in quel momento, di perdere qualcuno e infatti così è stato.
Mi sono sentita come Chris Martin nel video di Fix You perché ho vagato senza meta per un’ora e mezza in quell’ospedale così freddo, in certi punti, e così accogliente, in altri.

Quando sono entrata al policlinico tutto era normale e tutti svolgevano il loro lavoro; quando, però, sono entrata in quella stanza specifica al secondo piano di Chrurgia I, ho sentito un’ondata fredda e indescrivibile: tutti erano lì e circondavano Lei che era sdraiata, respirava ma allo stesso tempo non era presente.
Quando sono entrata in quella stanza ho sentito una morsa allo stomaco, volevo vomitare ma non riuscivo, volevo urlare ma nessuno mi avrebbe mai sentita.
Ho aspettato fino alle 20 in quella stanza con Lei circondata da tutti gli altri: dopo le 20 sono andata a prendere dell’acqua a una macchinetta e ho chiamato a Robi, fino alle 20.30.
Finita la chiamata a Robi ho visto i medici staccare alcuni macchinari, tutti gli altri piangevano di più rispetto a un’oretta prima e Lei era stata avvolta da due lenzuola: Lei ora non c’era più e aveva smesso completamente di respirare.
Alle 21 mi sono ritrovata in un corridoio lungo, illuminato e troppo vuoto: l’unica cosa presente era un fischio continuo e piuttosto snervante che mi faceva sentire ancora più vuota e ancora più inutile di quanto potessi esserlo prima.

Lei mi manca già e non poco, ma sono sicura che questo senso di vuoto sarà presto colmato e sostituito magari dal ricordo di Lei quando ancora era viva, respirava, senza macchine, e poteva sentirmi.

Bye.

Adam Green e gastrite di merda.

Nonostante la gastrite, e vomito a seguire intorno all’1.15, sono riuscita a godermi un concerto, probabilmente uno dei più divertenti che abbia mai visto, a quel locale minuscolo che amo sempre di più ogni volta che ci metto piede.
Amo il Covo perché è un locale accogliente, intimo e meraviglioso.
Ripeto: peccato la gastrite, e vomito a seguire, o sarei rimasta a ballare là dentro fino alle 4 e quindi non davanti al piccì a scrivere di ‘sto concerto e ad ascoltare Florence.
La band che apre Adam Green è quella dei Jukebox the Ghost, genere indie rock, molto fresca, vivace e parecchio interessante (devo cercare qualcosa di loro).

Successivamente arriva Adam e quest’uomo dovrebbe andare da Maria De Filippi per un provino da Amici: sa ballare, a suo modo e non sta un attimo fermo, sa intrattenere, sa cantare, ha una bella voce ma a lui non gliene frega una ceppa perché preferisce intrattenere e far divertire dimenandosi come un dannato, e sarebbe l’ideale, non solo per me, trovare una copia di Adam Green da Ikea in modo tale da tenerlo in casa nei momenti di depressione o per le feste.
E’ un personaggio con un carisma incredibile, è un pazzo schizzato che si è fottuto il cervello che ama buttarsi tra i fan: ai suoi fan dà tutto.
A volte, quando ballava, sembrava si sniffasse le ascelle.
Un concerto veramente divertente, io e Fran ridevamo in continuazione perché era impossibile non farlo, composto da circa 17 canzoni, interpretate con lo stesso tono ed energia senza nessun calo.

Ringraziamenti finali: alla cara Fran e alle persone del forum di Peteeeeer Doroteo (devo cambiare stomaco).

Aggiungo delle imprecazioni, varie ed eventuali, poiché il dj set di Alan McGee, uomo con cappello e occhiali da sole visto di sfuggita, volevo godermelo.
‘Fanculo sono un catorcio: a quasi 22 anni necessito di uno stomaco nuovo e di un ginocchio sinistro che regga ai concerti.